Strane coincidenze talvolta rendono la nostra vita particolarmente simile a quelle dei nostri antenati. Sovente si possono sentire aneddoti di eventi che si ripetono nelle famiglie di generazione in generazione. A prima vista possiamo banalizzare e circoscrivere queste strane circostanze al caso, ma davanti a moltissimi casi di coincidenze non sarebbe giusto tralasciare l’ipotesi di un altro tipo di spiegazione, naturalmente non scientifica, piuttosto che attribuirle a semplici scherzi del destino.
Parliamo di avvenimenti che si ripetono in maniera identica in diverse generazioni di uno stesso ramo genealogico. Possiamo citare alcuni esempi citati nel numero due anno II del mensile “Voyager” che ha trattato l’argomento: per esempio la storia di Nathalie, che il giorno del suo terzo compleanno sognò una maschera spaventosa. Si scoprì che nella prima guerra mondiale un suo pro zio, morì con indosso una maschera anti gas il 26 Aprile, proprio il giorno del compleanno della bambina. La circostanza della morte del pro zio non era nota a Nathalie, le era stata nascosta per non turbarla. Se il caso di Nathalie può sembrare banale, possiamo testimoniare il caso dei figli e nipoti dei soldati della Campagna di Russia condotta da Napoleone. I medici dell’epoca constatarono che in prossimità dell’anniversario di quel tragico evento, i discendenti dei soldati morti erano turbati da angosce e incubi notturni, come se fosse stato trasmesso loro per via genetica, o chissà in quale altro modo, lo shock post traumatico di coloro che rimasero coinvolti in quella contingenza. Un caso emblematico è quello verificatosi in concomitanza del naufragio della nave Andrea Doria nel 1953: molti dei parenti dei naufraghi, la notte stessa della tragedia, sognarono i loro parenti che invocavano il loro aiuto. Quest’ultimo caso sposta l’attenzione al fatto che il fenomeno non riguarda soltanto il ripetersi di eventi, ma che particolari condizioni coivolgono emotivamente e fisicamente i parenti di coloro che ne sono soggetti principali; parrebbe infatti esserci una sorta di filo conduttore che colleghi mentalmente a livello inconscio coloro che sono legati da un vincolo di parentela. Certamente, chiunque scavi nella memoria familiare, potrà verificare l’esistenza di storie su sogni premonitori fatti da un membro della famiglia in occasione di un evento tragico che ha coinvolto un altro membro o addirittura l’aver avuto una sensazione a livello conscio, come avviene per i fratelli gemelli. C’è chi sostiene che i defunti possano condizionare la vita dei loro parenti trasmettendo loro emozioni positive o negative o addirittura eventi oltremodo luttuosi, magari proprio in concomitanza con l’evento che fu per loro fatalmente funesto, ma non sarebbe giusto tantomeno logico attribuire responsabilità a chi non c’è più e non può difendersi davanti al tribunale del dubbio. Parrebbe più equo parlare di “Sindrome degli antenati”. Il termine è stato coniato da Anne Schutzemberg, psicologa francese docente emerita dell’Università di Nizza, classe 1919. La psicologa è nota per lo sviluppo a livello internazionale dello studio della terapia familiare e dello psico dramma. A parere della Schutzemberg, che ha come punto focale di riferimento Freud e la teoria dell’inconscio, determinati impegni e compiti non conclusi resterebbero nell’aura di famiglia. Nel caso soprattutto di eventi tenuti segreti in famiglia per molto tempo perché considerati dolorosi o non gradevoli, coloro che non sono venuti a conoscenza di tali fatti, sarebbero particolarmente esposti alle influenze del passato, e nel periodo concomitante alla ricorrenza si potrebbe riverificare l’evento, quasi che l’inconscio di chi in effetti è inconsapevole volesse far riemergere l’evento traumatico. Certo che se così fosse, la nostra mente avrebbe davvero il potere di plasmare la realtà. La Schutzemberg ha risolto i casi di disagi per la sindrome degli antenati con il psico dramma, creando uno scambio di ruoli tra i soggetti in analisi ed il oro antenati. Questo tipo di terapia ha risolto migliaia di casi sottoposti alle cure della emerita psicologa. La famiglia è il terreno in cui siamo cresciuti, le nostre radici sono essenzialmente quelle del nostro albero genealogico. Quando cerchiamo di sradicare la nostra essenza dalle radici o quando un evento traumatico manda in putrefazione un ramo del nostro albero familiare sembrerebbe che anche noi potremmo effettivamente patire l’effetto negativo ed in alcuni casi potremmo addirittura fare in modo che l’evento traumatico si ripeta. La terapia sistemica di Bert Hellinger utilizza il metodo delle rappresentazioni familiari per risolvere la ciclicità degli eventi parentali. La rappresentazione familiare è un metodo tramite il quale si fanno emergere tutte le tensioni i conflitti e le negatività che aleggiano sul rapporto familiare. Questo metodo presuppone l’intervento di attori che impersonificano soggetti antenati defunti ( ma anche soggetti viventi) di modo che attraverso il dialogo e l’accettazione si possano rivivere e accettare eventi luttuosi o anche semplici incomprensioni. Quando i rapporti familiari vengono esplorati e compresi possiamo in effetti avere la forza di staccarci da dinamiche traumatiche che ci legano e ci impediscono di condurre una vita autonoma e non condizionata, di modo che possiamo trarre dalle nostre radici la forza per vivere senza sentirci consciamente o incosciamente oppressi e vincolati da un passato di cui non abbiamo una vera responsabilità personale. Ciò che emerge dallo studio dei legami parentali è il particolare ruolo svolto dal nostro inconscio, quasi che le nostre menti siano capaci di immagazzinare un qualcosa che in realtà non abbiamo vissuto di persona, come se gli eventi passati possano vivere eternamente e ciclicamente fino a che non riusciamo ad elaborarli. La scienza, pur prendendo in considerazione la continuità di eventi familiari e compiendo a tutt’oggi degli studi su questo fenomeno diffusissimo non ha ancora i mezzi per incasellare in una categoria definita questa sorta di dinamica. Tuttavia, pur non sapendo ancora il come e il perché certi episodi si perpetuino nelle generazioni, sembrerebbe esserci un segreto per spezzare l’incantesimo: coltivare un dialogo continuo tra gli appartenenti ad una stessa famiglia e non nascondere i drammi e le vergogne del passato.
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